La notizia è una bomba. Lo stato ha un debito di oltre 700 mila euro con il comune di Desio ma ne vuole restituire solo una parte, e lo vuole fare a rate. Sembra incredibile, uno scherzo, ma è purtroppo la realtà. Ma andiamo con ordine.
Fino a quando era in funzione il Tribunale di Desio, il comune anticipava le spese di gestione che poi venivano rimborsate da parte dello stato. Tra il 2011 e il 2015 (anno in cui il Tribunale è stato chiuso) il comune di Desio ha anticipato oltre un milione, per la precisione € 1.131.427,46 di cui solo € 365.613,65 sono stati rimborsati dallo stato. Degli € 765.813,81 rimanenti lo stato ha stabilito che ne rimborserà al nostro comune solo € 297.181,30 in rate da € 9.906,04 annuali per trent'anni. Accettando questa "rateizzazione", il comune si impegna a rinunciare eventuali azioni legali per cercare di recuperare la somma mancante, che ammonta a € 468.632,51. Insomma, quasi un ricatto dallo Stato nei confronti del Comune, che il comune ha accettato.
Non fatevi intontire da questo groviglio di cifre che vi abbiamo fornito qualche riga sopra, la realtà purtroppo è questa. Lo stato ha un debito con il comune, e di questo debito ne vuole restituire solo una parte, a rate. Davanti a questa prepotenza dello stato centrale, che ha informato i comuni con una circolare interna, la Lega Nord non ha mancato di farsi sentire. Domenica mattina gli esponenti del Carroccio hanno appeso uno striscione proprio sulla cancellata dell'ex Tribunale, ancora ben visibile ieri, per denunciare il misfatto e convocato una conferenza stampa in piazza Conciliazione per informare la cittadinanza. La campagna di informazione ha avuto molto risalto anche sui social network, dove è stato diffuso questo banner che in pochi giorni ha totalizzato migliaia di visualizzazioni.
"Davanti a una notizia del genere - hanno detto i leghisti - abbiamo un altro motivo in più per andare a votare domenica SI al referendum per l'autonomia della Lombardia, per dare una risposta determinata a questo stato che non deve permettersi più questi atti arroganti ed usare i comuni come dei bancomat".